“ BLACK
FULL IMMERSION by ROSSETTO”
Prefazione critica di Max Paggin alla mia 46esima mostra
personale
Alla vernissage del 24-04-2010
c/o B.live caffè – Villa Brusarosco di Arzignano
(vi)
“Dalle notti insonni dell’Italia ai giorni di
Tartaglia”
In questa esposizione il pittore Arzignanese Luigi
Rossetto perde quella patina incantata di poeta
innamorato della "sua" Lessinia.
I colori tenui e soffusi che lumeggiano il bucolico
paesaggio, scompaiono, lasciando il posto a un tratto
severo, essenziale, che sottolinea, con una
straordinaria carica pregna di pathos, circostanze e
protagonisti di un periodo storico inquietante.
E’ l’Italia degli "anni di piombo": pagine di cronaca
"metabolizzate"" dall’autore e ripercorse in " punta di
pennino " con attonita sofferenza.
La freschezza del tratto "micidiale" - quasi un flash-
nel cogliere l’avvenimento "in fieri", guida
l’osservatore pilotandolo in itinerari gnoseologici
inesplorati.
Un procedimento narrativo di carattere mimetico [(da
mimesis-greco-imitazione)]a ritroso, coinvolge e
sconvolge all’unisono ideali e assiomi stessi
dell’autore.
Il sentore aspro del dubbio permane assieme al tono
amaro dello sconforto generando note espressive
discrasiche.
L’immagine è essenziale, scarna, sembra quasi collocata
alle scaturigini del reticolo tipografico (della foto
sul quotidiano) .
Anche se queste tavole sono pezzi unici, create
singolarmente- al tratto – dall’artista Rossetto,
possono trarre in inganno per la somiglianza
dell’impostazione grafica – all’incisione
all’acquaforte.
L’acquaforte- lo ricordiamo – è una tecnica di stampa
che si avvale della morsura dell’acido nitrico sulla
lastra di zinco e produce un segno netto "affilato" che
non ammette pentimenti.
L’iter di Luigi Rossetto in questa esposizione può
accostarsi a una sorta di magico realismo con
implicazioni espressionistiche.
Le tavole a china rappresentano una società
profondamente cinica sottolineata da un grafismo
freddamente oggettivo, con accentuazioni emozionali e
tensioni espressive spesso grottesche che in taluni casi
arrivano al caricaturale.
Un tratto caricaturale sullo sfondo di apocalittiche e
violente vedute urbane sottolinea una "nouance"
segnatamente politica.
Le deformazioni dell’espressionismo a le semplificazioni
del disegno dell’immaginazione popolare conferiscono una
cruda incisività scenica, mentre i vari piani della
narrazione sottolineano l’azione con evidenza quasi
cinematografica.
L’identità di percorso sviluppata porta Luigi Rossetto
molto vicino al movimento artistico della "NEUE
SACHLICHKEIT"
= leggi noie saclikait= sviluppatosi in una Germania
annichilita dopo il primo conflitto mondiale.
(anni 20-30)
Sono comuni i riflessi e gli impedimenti polemicamente
narrativi associati a una realistica utilizzazione dei
mezzi espressivi che sfociano nell’impegno e nella
protesta sociale non alieni pure da una condanna
dell’amara vita contemporanea.
Talvolta la voluta elementarità della fattura – di
grande vigore evocativo – ricrea un’autentica poesia
figurativa, poesia figurativa sospesa e fluttuante sia
nella battuta d’arresto sia nella ricostruzione del
soggetto;poesia figurativa che coinvolge e nel contempo
sommerge liberando emozioni e sentimenti mai sopiti.
Vicenza
– 24-04-2010 Max Paggin
|
Nota
critica di Francesco
Mezzaro pag. 10 di Realtà Vicentina n° 3 di
Febbraio 2010
Cinquant’anni di tragedie italiane: Rossetto torna a far
parlare di sè
Dal Vajont al caso Tartaglia, in primavera una personale
che fa già discutere
(F.M.) Una personale di pittura che sicuramente farà
discutere. La mostra che Luigi Rossetto si prepara a
presentare ad Arzignano a primavera ha già iniziato a
far parlare di sé. D’altronde, i manifestini che
circolano per il centro città spiegano già tutto un
programma: “18 Grandi Tragedie Italiane – dalle notti
insonni dell’Italia ai giorni di Tartaglia”. Rossetto,
pittore controcorrente, noto anche a livello nazionale
per le tante mostre tenute in giro per la penisola, non
è nuovo a raccontare attraverso i suoi quadri fatti e
misfatti della nostra storia. Le sue denunce hanno
sempre trovato positivi riscontri di pubblico e critica.
Non solo denunce ambientali contro l’inquinamento e lo
sfruttamento del nostro territorio, ma anche e
soprattutto sempre dalla parte degli ultimi con uno
sguardo verso sogni infranti e panchine negate.
Dal Vajont a Piazza Fontana, dalla morte di Pasolini
all’Icmesa di Seveso, fino alla strage di Bologna, dalle
Brigate Rosse al rapimento Moro, dalla P2 all’attentato
a Papa Woytila e alla strage di Capaci, avanti fino alle
morti sul lavoro alla Thyssen Krupp, stavolta i suoi
lavori sono un rincorrersi attraverso la storia
italiana, fino ai nostri giorni con il caso Tartaglia.
“Mi sento libero, condizionato solo dalle mie idee,
dalla mia sensibilità e dalla mia originalità. Con
questa mostra ho dipinto un passato perduto che però è
presente sulle mie tele e rimarrà per sempre su quelle
tele. Ho fatto di ogni immagine della memoria un luogo
privilegiato dove contano solo l'umiltà, la poesia e la
magia. La mia è una pittura controcorrente perché
dipinge il silenzio. Il mio colloquio con le cose è
diventato sempre più profondo, libero e sereno. Ritengo
la mia pittura una provocazione, anche se pochi lo
capiscono”.
La personale del pittore arzignanese sarà ospitata al
B-Live Cafè di Villa Brusarosco, il locale cult della
città del grifo dove sono passati altri interessanti
artisti vicentini, come di recente il fotografo Federico
Bevilacqua. Intanto, in attesa della prossima primavera,
Luigi Rossetto anticipa in Facebook i lavori dedicati
alla tragica storia d’Italia, social Network dove è
altrettanto conosciuto perché condivide l’amicizia con
quasi un migliaio di altre persone.
foto by
Federico Bevilacqua - Arzignano(VI)
Luigi Rossetto: ritorno alla natura
- Eva Dallari, Febbraio 2010, giornalista di Kyoss e
Giornale di Vicenza -
"in occasione delle
mostre del 2010 B.LIVE CAFFE' di Arzignano e La
Rindola di Durlo"
Luigi Rossetto è così: passionale,istintivo, senza mezze
misure. Può fare a meno di firmare i suoi quadri, tanto
la sua impronta di uomo e di artista è inconfondibile:
colori accesi di una natura interiore che lo scuote nel
profondo e gli rivela paesaggi dal vitalismo primario,
fuori dallo spazio e dal tempo. Rossetto dipinge con una
zampata impressionista che lascia il segno, intrisa di
un colore dall’impasto denso e luminoso che sembra
trasferire sulla tela, non l’immagine, ma la materia
organica del paesaggio. Alberi, campi, fiori, le
inconfondibili antiche contrade delle nostre parti
abbracciano dalla tela i cieli azzurri della nostra
Valle. Il colore chiaro che stempera la foga nella
pennellata diluita. In questo ritorno alla natura
apparentemente placato Rossetto in realtà comunica, per
contrasto, tutta la passione per i nostri luoghi, i
nostri paesaggi. Sente sempre di più che la natura della
Valle dà fiato e di questi tempi ne abbiamo tutti
bisogno. Mi piace pensare che un giorno il suo albero, i
suoi campi, i suoi fiori, le sue contrade resteranno, e
anzi forse già lo fanno, il segno della storia di un
artista della Valle.
EMOZIONI ISTINTUALI
nota di Walter Nicolosi
Luigi Rossetto è un pittore
che ben conosce ed utilizza svariate tecniche pittoriche
e disegnative, quali l'olio, la tempera, il gessetto, il
pastello, la china, l'incisione, l'affresco e l'acquerello.Tale
duttilità si riscontra anche nelle tematiche e nei
soggetti raffigurati, poichè l'artista rifugge dalla
strereotipazione delle proprie opere e crea, in ogni
dipinto, un universo e sè stante, non non correlabile
con gli altri, compone un'agglutinazione di emozioni
istintuali, nate nell'istane in cui avverte la volontà
di esternare la concreazione delle sue intuizioni, che
eludono l'inesorabile selezione dei ricordi operata dal
tempo.
I suddetti quadri spaziano dall'osservazione della
natura al sogno permeato dalla mitologia e dalla
leggenda, ma sono tutti originati da una sensazione
percepita e poi rielaborata da subinconsio, in cui
realtà e fantasia, ma in pari e stabile misura, si
compendiano reciprocamente e mediano tra l'esigenza di
autentico realismo e la necessità di apporre un
personale contrassegno dell'anima ad ogni
interpretazione pittorica del mondo e dei suoi abitanti.
Walter Nicolosi
(critico d'arte)
2008
pubblicata su:
www.mdarte.it
10 Marzo 2009
INTERVISTA
di Valeria Sulpizii di Glamourtv
a Luigi Rossetto .
Cosa coglie nel soggetto che ritrae?
Mi sono chiesto tante volte cosa colgo nel soggetto
mentre lo realizzo e dopo averlo dipinto: da molti anni oramai
posso dire che l'esperienza m'insegna che non devo
uscire dai binari della mia lunga carriera
artistica come pittore impressionista ...
segue
WWW.GLAMOURTV.IT
(Arzignano
08-10-2007)
Un chemin de couleurs
‘Un
chemin de couleurs’ – in italiano – era il titolo che
avevo pensato per questa mostra d’autunno ad
Arzignano, presso la nuova e bella sede della Cassa
Rurale de Artigiana di Brendola.
Ma Luigi ha detto che, dopo la mostra di
questa estate dal titolo in inglese ‘Leit Motiv’ (cioè
l’aspetto costante che ricorre con frequenza un una
attività artistica), gli sembrava opportuno riservare
una attenzione ai suoi committenti francesi e quindi mi
proponeva la traduzione ‘Un chemin de couleurs’.
Che poi, gli suonava anche meglio perché
la lingua francese è da sempre la più musicale, per non
dire che è proprio la lingua dei grandi pittori post
impressionisti (dei quali ricordiamo per chiarezza i
maggiori e cioè Cèzanne, Gauguin, Rousseau,
Seurat, Toulouse-Lautrec e Van Gogh,
alla schiera dei quali lui stesso si sente, ed è stato
dai critici dell’arte, arruolato.
D’altro canto la internazionalità delle
mostre di Luigi Rossetto e l’allargata conoscenza delle
sue opere in ambiti fuori dall’Italia sono diventate una
evenienza logica della intelligente divulgazione
attivata con l’accattivante sito web.
Per non dire delle circa 150 mostre
collettive e le 42 personali (la presente è dunque la
43esima) che hanno consentito a migliaia di visitatori
di vedere e di apprezzare personalmente i suoi quadri.
Anche la schiera di critici e di
giornalisti che hanno scritto di lui supera ormai il
centinaio e dunque non appare semplice aggiungere
qualcosa di nuovo.
Mi sembra dunque opportuno, prima di fare
osservazioni diverse, sottolineare alcuni aspetti della
pittura di Luigi che costituiscono dei punti fermi.
Il primo che deve essere confermato è
quello già individuato da Gerardo Cossio nella
presentazione della prima mostra
personale del 1982 a San Bortolo di Arzignano: “Il
paesaggio è il soggetto più caro all’artista; reso con
fresca spontaneità, affidandosi ad un repertorio
delicato e vibrante, ad un misurato senso tonale, ad un
originale verismo.”
Si deve oggi precisare che questi
paesaggi (che costituiscono oltre il 50% di tutte le
opere di Rossetto)appartengono per la maggior parte alla
Valle del Chiampo. Molti proprio all’Alta Valle,
paesaggi di Durlo, dove Luigi ha fissato la sua seconda
dimora e trasferito il suo studio più intimo e quieto.
Si può pensare che un territorio cos’
ristretto potrebbe incappare in una specie di rapido
esaurimento degli scorci e delle atmosfere da ritrarre.
A Rossetto ciò non succede perché è capace di rinnovare
entro di sé e trasferire sulla carta o sulla tela
infinite variazioni delle vedute che osserva anche
quotidianamente. Talora il suo ricordo cancella gli
elementi incongrui che si sono sovrapposti alla
semplicità armoniosa della scena da lui immaginata.
Altre volte è l’atmosfera (spesso il cielo e la luce)
che muta; talora i colori che si frammischiano e pur
resistono immutati quando tracciano il cammino senza
tempo nei cambiamenti delle stagioni.
All’occhio dell’osservatore – anche a quello che ha
frequentato spesso le splendide contrade dell’Alta Valle
– alcune immagini suscitano piacevole sorpresa, talora
anche stupore perché sono percezioni d’artista, di un
artista
innamorato della sua terra.
Osserva infatti acutamente in una
Presentazione del 1997 il critico d’arte Giuliano
Menato:” Luigi Rossetto, a differenza di altri, è capace
di raggiungere, in alcuni quadri, la riproduzione
mimetica del dato oggettivo. Ciò succede quando l’uso
del mezzo espressivo – disegno e colore – si piega a
cogliere atmosfere che si percepiscono con la
sensibilità dell’animo, non solo con l’acutezza della
vista.”
Se la tematica del paesaggio predomina ed attrae in modo
particolare l’attenzione del visitatore ed anche
dell’appassionato acquirente, non si devono dimenticare
altri generi nei quali Rossetto si distingue: le nature
morte, per esempio, e specialmente - a mio parere –
certe composizioni legate al mondo del “C’era una
volta”: il mondo fantastico delle Anguane e quello,
dalle atmosfere struggenti, dei Cimbri.
Sarebbero generi da descrivere più dettagliatamente e
spero che non mancherà l’occasione.
Per restare invece a questa Mostra, avviamoci lungo il
suo cammino di colori,pensando che in futuro altri
(e
del pari sempre sorprendenti ) ne avremo da percorrere
perché la sua esuberanza e l’effervescenza creativa di
Luigi, come il suo sorridente ottimismo, non sono
certamente giunti al capolinea artistico.
(Arzignano
08-10-2007)
Antonio Lora
Prefazione
critica del Dr. Antonio Lora in occasione della mia
43esima mostra personale di pittura ad Arzignano dal 8
ottobre al 31 dicembre 2007, ringrazio pubblicamente
Antonio Lora per questa sua prefazione critica, e
assieme all’istituto bancario cassa rurale ed
artigiana di Brendola
filiale di Arzignano per ospitare la mia personale di
pittura.
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da :Vincenzo
Raimondi
Il Maestro
Andrea era uno studente universitario, Scienze della
Comunicazione si chiamava pomposamente il suo corso di
studi. Verso la fine del terzo anno un professore
assegnò ad ogni allievo il compito di fare
un'intervista. Scegliessero loro
a chi ma che andassero sul campo a fare un po' di
pratica di giornalismo. Pensa che ci ripensa, Andrea
decise
di intervistare un vecchio amico di suo padre che di
professione faceva il critico d'arte. Era la persona più
famosa cui poteva avvicinarsi, un uomo dalle cui parole
dipendevano le fortune di molti pittori.
Telefonò, si presentò e ottenne un appuntamento. Il
vecchio con la barba bianca fattolo accomodare, senza
tanti preamboli, attaccò: ” Penso che vorrai sapere
come si diventa critici d'arte o, meglio come lo sono
diventato io? Andrea si limitò a chinare la testa. “Da
bambino amavo molto disegnare e dipingere. Disegnavo su
tutto quello che
mi capitava, addirittura facevo due disegni sullo stesso
foglio usando le due facciate. Una zia compassionevole
una volta mi comprò un acquerello; forse, ripensandoci,
la sua fù un'opera di misericordia. Prima di arrendermi
all'evidenza del fatto che le mie opere facevano schifo,
sempre da bambino, ho provato però persino con
l'affresco, ne parlerò fra poco. Alla sera, specie
d'estate, uscivo sovente con mio padre; avrò avuto circa
otto anni. Le tappe, serata dopo serata, erano di volta
in volta sempre uguali. C'era quella dal calzolaio,
mastro Pietro, che lavorava alla luce di una lampada che
pendeva dal soffitto; a causa di un paralume accoppato
l'unica cosa illuminata era il suo banchetto da lavoro,
tutt'intorno buio pesto. Il filo che tratteneva la
lampadina era avvolto da una carta moschicida che usciva
da
un bossolo calibro 12. Quando una mosca si attaccava
alla colla per un attimo la luce oscillava, sia
pure di
poco, ed illuminava ora una ora l'altra delle locandine
cinematografiche che tappezzavano le pareti dell'angusto
locale. La morte dell'insetto era la vita di “Via col
vento” o di “Uomini e lupi”, solo un flash. Lì ho
imparato ad osservare e a studiare gli effetti che la
luce può dare. C'erano le serate dal sarto, Michelino,
dove la discussione era la caccia e Dio solo sa quanto
non abbia sentito osannare la bravura di questo o di
quel cane o la potenza di questa o di quella cartuccia.
Lì ho imparato l'enfasi e la retorica. C'erano le serate
nell'ambulatorio del dottore Cangelosi che praticamente
era un ospedale personificato, anche qua il tema era
sempre la caccia ma il tono della discussione era alto e
poi non ero mai sazio di storie di cani e non mi perdevo
una battuta. Qua ho imparato il valore della cultura.
C'era la sera dal gommista, Lorenzino, qua la caccia non
era il sempre ricorrente tema, diciamo che si spaziava
sulle vicende paesane. Il Lorenzino è importante perché
una sera mi regalò un bel pennarello rosso.
Era un
pennarello ceroso, grasso, serviva per scrivere sui
pneumatici. Mi disse: “Vai a casa e fai un bel disegno
sul muro”. Io a quei tempi vivevo a casa con i nonni e
tutto l'edificio, dentro e fuori, era imbiancato a
calce. Educato all'abbedienza, allora era ancora una
virtù, scelsi una parete del soggiorno particolarmente
linda e illuminata e col rosso pennarello del Lorenzino
mi accinsi a realizzare il mio primo affresco. Debbo
presumere che non deve essere stato particolarmente
bello perché l'indomani mio padre chiamò un muratore che
diede, prontamente, un'altra mano di calce alla parete
ricoprendo la mia opera. I rimproveri non dovettero
essere pesanti, infatti non ne ricordo, ma io da allora
ho interrotto la mia carriera di pittore. Delusione
nessuna, non mi sono buttato dalla finestra;
semplicemente mio padre mi impedì di diventare un
inutile imbrattatele. L'episodio evidentemente mi fece
riflettere, mi fece fare autocritica. Da grande però
l'amore per l'arte riemerse, allora ho miscelato quanto
appreso in gioventù
e mi sono messo a fare il critico
che è un modo comunque per stare in mezzo alle tele;
altre domande?” Andrea spense il registratore, aveva
tutto ma lo riaccese: “ Mi scusi, se non ho capito
male, Lei da grande non ha praticamente mai dipinto
eppure tutti lo chiamano Maestro e Lei stesso si firma
con questo titolo”. “Nulla di misterioso, giovanotto,
non rubo nulla a nessuno. Io ho frequentato le
magistrali e anche insegnato, per qualche tempo,
moltissimi anni fa ai bambini. Maestro lo sono davvero”.
Un' ultima domanda: "Qual'è il pittore contemporaneo che
oggigiorno le piace di più?".
Risposta facile: "Luigi
Rossetto di Arzignano in provincia di Vicenza".
Vincenzo Raimondi
|
da "IL
GAZZETTINO" Martedi 15 Maggio 2007
"Da Roma a Durlo di
Crespadoro, il pittore Luigi Rossetto espone i suoi
quadri che parlano di ambiente" di Paola Frighetto
VALLE
DEL CHIAMPO - Luigi Rossetto ha
inaugurato sabato scorso la rassegna d'arte
contemporanea a Roma: "Acqua, sorgente d'amore", dove
espongono altri 34 artisti. La mostra rimarrà aperta per
una settimana, e sarà visitabile dalle : 10,35 alle
12.30 e dalle 16 alle 20 al Centro Internazionale OAD
in via del Corso 45, appunto nella capitale. Per il
consueto appuntamento estivo invece, cui Rossetto da
anni ormai ci ha abituato, sarà "Meta dì un viaggio", il
leit motjv della 42° mostra personale di pittura di
Luigi Rossetto. Sarà allestita allo studio/galleria "La
Rindola", in via Rancani 69 dal primo al 26 agosto, a
Durlo di Crespadoro.
"Ho visto una Durlo ridente, vestita dì verde
primaverile e di tarassachi, ancora salva dagli strepiti
della nostra presunta civiltà; non occorre tanto per
accorgersi che lassù abita ancora il Silenzio, così ben
sottolineato dal maestro De Marzi. Abbiamo ascoltato il
canto dell'acqua, le voci di galline, cavalli, pecorell.
Due soli uomini dialogavano con buona voce in Gaiga. Ma,
mi lasci dire, caro signor Rossetto, lei ha restituito
le anime al paese!
E da lì non vanno più via. Nel silenzio, parlano le
donne alla fontana, gli uomini dediti allo sfalcio
dell'erba, ì bambini che giocano, il fornaio che ti vedi
improvvisamente alla finestra e quasi senti l'odore del
pane, e ancora altri...
Non vedo l'ora di ritornare, andrò a "vedere" anche le
genziane e m'informerò della salute del cavallo più
bello del mondo, con quella gamba azzoppata che potrebbe
costargli la soppressione. Ahimè!" Con queste parole la
scrittrice vicentina Giannina Gaspari ha commentato una
sua recente visita a Durlo, paese dei murales,
dipinti da Luigi Rossetto, luogo da lui scelto perché
ricco d'ispirazione e creatività.
Nei mesi da maggio a luglio lo studio sarà aperto ai
visitatori, tutte le domeniche (informazioni cell.3358367709,
teI.0444676690, www. rossettoluigi.it,
rossettopittore@gmail.com). La mostra sarà aperta
(ingresso libero) tutti i giorni dalle 10 alle 12 e
dalle 14.30 alle 18.30; per l'occasione, sarà possibile
ammirare 40 nuove opere dell'artista, chiamato anche a
partecipare alla manifestazione "I muri raccontano" a
Guardia, piccola frazione di Folgaria (TN) che ogni due
anni richiama artisti da tutta Italia per decorare le
mura di abitazioni ed edifici.
Paola
Frighetto
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Luigi Rossetto e i silenzi
di Durlo nella personale a La Rindola
Agosto in relax e pittura “en plein air”
Francesco Mezzaro
Basta
cliccare sul computer il suo nome per trovare in
Internet due o tre siti che parlano di lui.
Stiamo parlando del
pittore arzignanese Luigi Rossetto, che oltre alla
poesia dei suoi quadri è stato bravo a ispirarsi
anche on-line.
Luigi Rossetto è nato
un po’ in collina, nell’alta Arzignano, dove la sua
casa, che ha sempre amato, controllava la pianura e
abbracciava con lo sguardo le perdute montagne sullo
sfondo. Stabilitosi poi nella più tranquilla San
Zeno, dove altri silenzi ora si incrociano con canti
e dolci sapori orientali, ha trovato nei momenti di
riposo la sua distensione a Durlo, nella più amata
Valle del Chiampo, dove ora è di casa.
Oggi nei suoi pensieri
c’è “La Rindola”, il suo covo, dove porta le cose
più care e dove trova ispirazione nei momenti
migliori.
Post-impressionista,
di questo bravo pittore, approdato ormai alla
notorietà con molte segnalazioni di stima anche
fuori dalle mura amiche, alcune sono le
caratteristiche fondamentali che lo
contraddistinguono: il paesaggio, dal quale sa
trarre il meglio di sé, e la trasfigurazione poetica
della natura.
Amante del
“grottesco”, come lui stesso si definisce, sa usare
bene anche altre tecniche, come il saper esprimersi
in tematiche espressioniste, la mitologia, il mondo
del lavoro, il sociale e la realtà quotidiana.
E mentre gli altri
“colleghi di pennello” si beano in atmosfere
parigine più grandi di loro, Rossetto sbalordisce
per i continui apprezzamenti da ogni dove e per la
sua accattivante disinvoltura nel farsi amare.
Non c’è niente da
fare, Luigi Rossetto è un pittore che non va
raccontato, bisogna incontrarlo per conoscerlo a
fondo e per apprezzare le sue tele.
E allora l’occasione
migliore e visitare la personale di pittura agostana
“Durlo en plein air”, allestita nella sua seconda
casa sui monti, che lui da bravo artista ha chiamato
con affetto La Rindola.
La personale di
Rossetto è indubbiamente di rilievo e piacevole,
come non sempre è facile trovare ai nostri giorni.
Le opere esposte mettono in luce la maestria ed
insieme la serietà professionale dell’autore, per il
quale la pittura è ancora qualcosa che nasce
principalmente dal di dentro e si intrinseca in
forme percettibili, leggibili e dignitose.
Poi
all’aria aperta, come sosteneva Cézanne, le cose
riescono meglio: "i quadri in studio non saranno mai
buoni come quelli fatti all'aperto, en plein air,
appunto".
“Nella natura
ritrovo me stesso”
“Nel silenzio delle
piccole cose ritrovo me stesso.” E’ l’artista
Rossetto a parlare: “L’incanto di dipingere a Durlo,
di creare nei ritrovati silenzi della nostra valle
trovando la giusta ispirazione. Lassù si vive ancora
un’atmosfera diversa, la stessa che si respirava
nella mia casa in collina, a un passo da Calvarina,
dove ho vissuto la mia infanzia e dove la
possibilità di ritrovare se stessi è ancora viva.
In ogni caso è il
contatto con la natura e gli elementi che la
circondano quello che da sempre vado cercando: i
boschi, il canto degli uccelli, le ultime contrade e
chi ancora ci abita, le strade assolate, il lavoro
nei campi, i pomeriggi d’estate e il frinire delle
cicale, la notte e le lucciole a tenerla accesa. Ad
affascinarmi poi ci sono i personaggi che
scaturiscono dalla cultura e dalla tradizione
popolare, che ancora molti ricordano essere
appartenuta alla propria infanzia: le strie, le
anguane, i salbanei, gli orchi e i folletti che
vivono il bosco, così misteriosi e fantastici.
Ne La Rindola, dove
scappo quando ho un attimo di tempo ritrovo me
stesso; lì permanentemente espongo le mie opere e
incontro quanti vengono a trovarmi. L’incontro con i
miei fantasmi e i miei colori e sempre accompagnata
da una chiacchiera e da un buon bicchiere di vino.”
Francesco Mezzaro / Punto Ovest, agosto 2006
|
Silenzi e colori il respiro della mostra nella
gradevole atmosfera di Durlo
LE BELLE COSE DI ROSSETTO
A Durlo di Crespadoro,
nell’alta Valle del Chiampo, torna ad esporre il
fantastico artista arzignanese Luigi Rossetto.
L’appuntamento agostano è a La Rindola, dove nei
momenti di riposo il pittore ha trovato pacificante
rifugio.
Particolarmente sedotto
dai silenzi della natura, è nei suoi colori che
tuffa la sua ispirazione migliore.
Infatti, la personale si
sviluppa tutta intorno al tema della natura e in
particolare quella amata della Lessinia e dei suoi
personaggi, dove le cose regalano positivi pensieri.
Da sempre lontano
dall’astrattismo, Rossetto, che si definisce amante
del "grottesco", ha sempre tenuto fede a un suo
ideale pittorico secondo il quale colori e
sensazioni devono fondersi al costante amore per la
pittura di paese, intesa come rapporto sentimentale
con il paesaggio.
Pittore da una quarantina
d’anni, ha esposto le sue opere in mezza Italia,
facendosi apprezzare anche oltre confine. A questo
proposito è facile ricordare la recente personale a
Corniglia, nelle Cinque Terre liguri, non ultima di
tante mostre dove Rossetto ha colto ancora nel
segno.
Apprezzato per il suo
semplice modo di fare, suoi quadri sono entrati
anche nelle case di personaggi famosi, tra i quali:
Giulio Andreotti, Fausto Bertinotti, Marco Paolini,
Suor Germana, Alba Parietti, Christofer Lambert,
Bruno Gambarotta, Luciano Lama. Molte sue opere si
trovano in Italia e all’estero in collezioni
pubbliche e private
La mostra agostana si
intitola "Durlo en plein air", una personale che
rimarrà aperta per tutto le ferie nel piccolo centro
turistico di Durlo. Assolutamente da visitare.
Francesco Mezzaro / Il
Giornale di Vicenza, agosto 2006
|
di Ciro Addari scritto e
pubblicato sul web “CAD-ARTE” (sito d’arte) 10 ottobre 2006
“ Sono molto
felice di ospitare un’altra galleria nel mio sito, è la volta dell’arzignanese
Luigi Rossetto, un artista completo capace di creare opere uniche
traendo ispirazione dal bellissimo territorio di Arzignano. Le Sue
opere, che raccolgono sempre consensi dalla critica, sono realizzate con
diverse tecniche, dall’olio all’acquerello, dagli affreschi ai
pastelli, Luigi Rossetto trasmette sempre alle Sue opere passione e
armonia.” Ho deciso di riportare qui di seguito un articolo tratto da
“IL GAZZETTINO” di Stefano Ferrio perché riesce a descrivere Rossetto
per quel grande artista che è. (Ciro Addari)
www.cad-arte.it
* vedi sotto
l’articolo da “IL GAZZETTINO” di Stefano Ferrio
|
DIARIO VICENTINO
A DURLO DIPINGE CEZANNE. ANZI, ROSSETTO
VICENZA,
30 AGOSTO
Hai
voglia a dirgli che una certa sua pittura emana un
rapporto con la “materia naturale”
tipico di chi ha un po’ di Cezanne nel cuore. E’ il
momento in cui LUIGI ROSSETTO, arzignanese
di 48 anni, addetto alle pulizie con mansioni da
factotum della Ferrari Ventilatori, ti risponde
candido di “snobbare” da sempre il sommo paesaggista
della coscienza. " In realtà - dice – mi sento più
portato verso Pissarro e Sisley tra i francesi,
Munch tra i nordici ". Di tutti parla con rispetto,
ma senza ombra di reverenza, Luigi Rossetto che, pur
sapendo benissimo di non essere né impressionista né
un espressionista, gode della semplice grazia di
raccontare il mondo usando i colori. Un talento che
trabocca con spudorata innocenza nell’aurea densa e
radiosa da cui sono avvolte le sue opere. Che scelga
di dipingere un imbarco al lago di Fimon, un bosco
fatato nell’alta valle del Chiampo, una Lessinia
sepolta dalla neve o due trote appena pescate a
Ferrazza, Rossetto lo fa “dal vivo”, come ama dire
lui: diventando medium di una luce che, attraverso
il suo pennello, si posa sulla tela.
Se ne sono accorti in
molti, di questo dono. Non solo nella valle del
Chiampo, dove anche quest’estate hanno affollato la
personale aperta nella sua galleria-studio agli 800
metri di Durlo (per informazioni telefonare al
3358367709).
Ma anche in luoghi più lontani, compresa la
Francia dell’attore Christopher Lambert, che anni fa
acquistò un Rossetto per la propria collezione
d’arte. “Ho perso il conto di quanti ne ho venduti –
confida il pittore. – So solo che a tutti i miei
quadri, prima di lasciarli andare, ho dato un
bacio”. Proprio perché sono “vivi”.
Stefano
Ferrio
Da
IL GAZZETTINO
(DIARIO
VICENTINO)
30 agosto
2006
In occasione della mia 41° personale “DURLO EN PLEIN
AIR” galleria LA RINDOLA
“ un mio sincero ringraziamento al giornalista
Stefano Ferrio”
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